I Klesha nello Yoga: i nodi della mente che ostacolano la libertà interiore

Quando smettiamo di identificarci con le nostre paure e desideri, ci apriamo a un senso di pace più autentico e profondo
Nella filosofia dello yoga, i Klesha sono gli ostacoli che ci impediscono di vivere con consapevolezza e serenità. Sono le afflizioni mentali che ci legano alla sofferenza, distorcendo la nostra percezione della realtà e allontanandoci dal nostro vero equilibrio interiore. Riconoscerli è il primo passo per liberarci dal loro dominio e percorrere la strada della trasformazione interiore.
Ma cosa sono i Klesha?
Patanjali, padre dello yoga moderno e autore dei celebri Yoga Sutra, li descrive come cinque forze che condizionano il nostro modo di pensare, sentire e agire (clicca qui per approfondimenti su Patanjali e sugli Yoga Sutra ).
Essendo un aspetto fondamentale nella filosofia yogica, vediamoli più da vicino.
Avidya: l’ignoranza che oscura la verità
Avidya è la radice di tutti gli altri Klesha. Significa mancanza di conoscenza, ma non nel significato di ignoranza accademica (ignorare – non conoscere), bensì come un fraintendimento profondo della realtà. Quando siamo immersi in Avidya, confondiamo il temporaneo con l’eterno, il superficiale con l’essenziale, e restiamo intrappolati nelle illusioni della mente. È come guardare il mondo attraverso un velo che distorce la realtà. La pratica dello yoga e della mindfulness ci aiutano a dissipare questo velo, portandoci verso una comprensione più autentica di noi stessi e del mondo.
Asmita: l’illusione dell’ego
Asmita è l’attaccamento alla nostra identità individuale, al nostro ego illusorio che ci fa credere separati dagli altri e dal tutto. Questo ego illusorio ci porta a difendere a tutti i costi la nostra immagine, a identificarci con i nostri ruoli, con i successi o con i fallimenti, perdendo di vista la nostra autentica natura interiore. Attraverso la pratica dello yoga, impariamo ad osservare il nostro ego con distacco e comprendere che non siamo solo la nostra mente o il nostro corpo, ma un’entità molto più profonda.
Raga: l’attaccamento che crea dipendenza
Raga è il desiderio eccessivo, l’attaccamento alla soddisfazione dei propri desideri, ovvero l’attaccamento a persone, oggetti o esperienze che ci danno piacere. Quando dipendiamo da questi piaceri, perdiamo la nostra libertà interiore e soffriamo ogni volta che non riusciamo a realizzarli. Lo yoga ci insegna a vivere il piacere con gratitudine, senza diventarne schiavi, e a trovare la vera fonte della nostra gioia dentro di noi.
Dvesa: l’avversione e il peso del passato
Dvesa è il rifiuto, l’avversione per ciò che ci ha ferito o ci ha provocato disagio. Quando rimaniamo intrappolati nel ricordo di esperienze negative passate, rischiamo di scivolare nella paura di rivivere quelle situazioni dolorose e ci priviamo della possibilità di vivere pienamente per paura di soffrire di nuovo. Questo meccanismo di difesa è naturale, ma se non ne diventiamo consapevoli, può limitarci e ostacolare la nostra evoluzione. Lo yoga ci insegna ad accettare le nostre esperienze, siano esse piacevoli o meno piacevoli, senza rifiutarle o identificarci con esse. Sul tappetino sperimentiamo l’impermanenza di ciascun asana: passiamo da una posizione ad un’altra, da un asana che ci dà piacere ad un asana che ci sfida e ci mette a disagio. Impariamo a stare nel percorso e a superare la paura di vivere situazioni scomode.
Abhinivesha: la paura della morte e l’attaccamento alla vita
Abhinivesha è la paura dell’ignoto, l’istinto di sopravvivenza che ci fa aggrappare alla vita con attaccamento e resistenza al cambiamento. Questo Klesha si manifesta non solo come paura della morte fisica, ma anche come paura della trasformazione, del cambiamento, e della perdita di controllo. Lo yoga ci insegna a vivere con presenza e fiducia, accettando il fluire della vita e riconoscendo che il cambiamento è parte naturale dell’esistenza.
Liberarsi dai Klesha: il cammino dello Yoga
I Klesha non possono essere eliminati con un atto di forza, ma è possibile imparare a riconoscerli e osservarli con consapevolezza. La pratica dello yoga, della meditazione e della mindfulness, ci aiuta a sciogliere questi “nodi mentali”, permettendoci di vivere con più leggerezza e presenza.
La libertà interiore nasce dalla capacità di accogliere ogni esperienza senza attaccamento o avversione. Quando smettiamo di identificarci con le nostre paure e desideri, ci apriamo a un senso di pace più autentico e profondo.
Riflettere su questi ostacoli può essere il primo passo per scioglierli e camminare con più leggerezza verso la libertà interiore. Pertanto, ti invito a riflettere e domandarti: quale di questi ostacoli sento più presente nella mia vita? È l’attaccamento, la paura del cambiamento o forse l’illusione dell’ego? In che modo questo ostacolo condiziona il mio percorso e le mie scelte? Come potrebbe cambiare la mia vita se riuscissi a osservarlo con maggiore consapevolezza, accoglierlo senza giudizio e trasformarlo in un’opportunità di crescita?