Gli Yama nello Yoga: le fondamenta di una vita consapevole
Gli Yama sono un invito a riflettere, sono linee guida per vivere in armonia con noi stessi e con gli altri
Ma lo yoga non è né solo movimento fisico e asana, né solo pratica meditativa. Lo yoga è una filosofia di vita che ci accompagna in ogni gesto, pensiero, e parola. Anche fuori dal tappetino e lontano dal cuscino di meditazione.
Gli Yama sono il primo dei “rami” o delle “braccia” dello yoga secondo il testo classico di riferimento per praticanti e insegnanti: gli Yoga Sutra di Patanjali
Possiamo pensare agli Yama come a delle “linee guida” per vivere in armonia con noi stessi e con gli altri. Non si tratta di regole rigide: gli Yama sono un invito a riflettere, adattabili al nostro modo di essere e di vivere.
Vorrei qui illustrare i cinque Yama principali, e spiegare brevemente come possono aiutarci a vivere con maggiore consapevolezza e integrità.
- Ahimsa – Non violenza
Non si tratta solo di evitare azioni violente, ma anche di coltivare gentilezza, rispetto e compassione per sè stessi e per gli altri.
Ahimsa mi invita a riflettere: sono gentile con me stess* nei pensieri e nelle parole? E con chi mi sta accanto?
È un invito a rendere ogni interazione un atto di pace, anche quando mi sembra difficile.
- Satya – Verità
Essere autentici e trasparenti, prima di tutto con noi stessi. Satya non è solo dire la verità, ma allinearmi alla mia verità interiore.
Le domande che Satya pone sono: cosa desidero davvero? Sto vivendo secondo i miei valori o secondo le aspettative altrui?
Questo Yama mi invita a “togliere la maschera”, e a vivere in modo sincero e autentico.
- Asteya – Non rubare
Asteya va oltre il semplice “non rubare”. È la capacità di rispettare il tempo, lo spazio e l’energia degli altri.
Asteya mi incoraggia a guardarmi dentro e a capire se sto prendendo più di quanto sto dando, o se mi sto nutrendo di energie “prendendo” in eccesso dagli altri.
Cosa invece posso dare io al mondo? Quanto nutrimento posso dare agli altri?
- Brahmacharya – Continenza
Brahmacharya, spesso tradotto come “moderazione”, mi invita a non disperdere la mia energia. Significa dirigere le mie forze vitali verso ciò che è importante per me, senza esaurirmi.
Posso chiedermi: sto investendo la mia energia in ciò che mi fa crescere? O la sto disperdendo in attività o relazioni che mi svuotano?
- Aparigraha – Non possesso
Non aggrapparsi né alle cose materiali, né alle idee o alle aspettative: questo è l’invito di Aparigraha. Mi incoraggia a lasciare andare ciò che non mi serve più, e ad abbracciare il cambiamento. Così facendo, creo spazio per il nuovo e apro il cuore alla possibilità.
Le domande sulle quali Aparigraha mi invita a riflettere sono: quali cose, pensieri o convinzioni sto trattenendo che potrei invece lasciar andare, per fare spazio a qualcosa di più autentico?
Perché praticare gli Yama?
Gli Yama non sono leggi universali, ma possono essere una guida personale. Possono aiutare a vivere con maggiore leggerezza e autenticità.
Non occorre praticare yoga da anni, né avere una pratica fisica o meditativa “avanzata” per avvicinarsi a questi principi. Basta aprire il cuore alla possibilità di vivere in armonia con se stessi e con il mondo.