I Niyama nello Yoga: la via verso l’armonia interiore
Integrare i Niyama nella pratica dello yoga e nella vita, significa coltivare consapevolezza, leggerezza e autenticità
In un precedente articolo (lo trovi qui: Gli yama nello yoga: le fondamenta di una vita consapevole) ho parlato di cosa siano gli Yama, le “linee guida” per vivere in armonia con noi stessi e con gli altri.
Oggi vorrei soffermarmi sui Niyama, che insieme agli Yama possono essere considerati i primi due pilastri dello yoga.
Ma facciamo un passo indietro: negli Yoga Sutra di Patanjali, uno dei testi fondamentali della filosofia yoga, troviamo una guida preziosa per vivere con consapevolezza ed equilibrio. In 196 aforismi (Sutra), Patanjali ha condensato quella che possiamo considerare una bussola etica per il cammino interiore e la relazione con il mondo.
I primi due pilastri sono appunto gli Yama e i Niyama: i primi riguardano il modo in cui ci relazioniamo agli altri e alla comunità, mentre i secondi—che proverò a illustrare brevemente in questo articolo—si concentrano sulla relazione con noi stessi, sia a livello fisico che mentale.
Questi principi ci ricordano che lo yoga non è solo una pratica fisica, ma un percorso di trasformazione che abbraccia ogni aspetto della nostra esistenza. Il cammino dello yoga, come delineato negli Yoga Sutra di Patanjali, è strutturato in otto passaggi, alcuni dei quali potresti già conoscere:
- Yama – Linee guida per la relazione con gli altri
- Niyama – Principi per la relazione con noi stessi
- Asana – La pratica delle posizioni fisiche
- Pranayama – Il controllo del respiro
- Pratyahara – Il ritiro dei sensi dall’esterno all’interno
- Dharana – La concentrazione mentale
- Dhyana – La meditazione
- Samadhi – L’integrazione e l’unione di tutte le parti del nostro Essere
Attraverso questi otto passi, lo yoga diventa una via per coltivare benessere, presenza e armonia profonda.
Niyama: la relazione con noi stessi
Mentre gli Yama ci insegnano a vivere in equilibrio con il mondo esterno, i Niyama sono la bussola che ci guida nel nostro mondo interiore. Sono cinque principi che parlano di autodisciplina, crescita personale e benessere profondo.
Integrare i Niyama nella pratica dello yoga (e nella vita quotidiana) significa coltivare consapevolezza, leggerezza e autenticità. Non si tratta di regole rigide, ma di spunti per creare uno spazio interiore più armonioso.
Ecco una sintesi dell’essenza di ciascun Niyama:
- Shaucha – Purezza
Shaucha è la pulizia del corpo, della mente e dell’ambiente che ci circonda. Non si limita all’igiene fisica, ma riguarda anche i pensieri, le emozioni e l’energia che assorbiamo ogni giorno.
A livello corporeo, significa alimentarsi in modo sano, respirare aria pulita e prendersi cura di sé. A livello mentale, implica lasciar andare pensieri tossici, schemi ripetitivi e inutili distrazioni. Anche l’ambiente intorno a noi ha un impatto: mantenere ordine e armonia nel nostro spazio può influenzare il nostro stato interiore. Prova a pensare: ti è mai capitato di sentirti meglio dopo aver riordinato una stanza o dopo una camminata nella natura? Shaucha ci insegna a creare spazio per ciò che davvero ci nutre.
- Santosha – Contentezza
Santosha è la capacità di trovare pace e gratitudine nel momento presente, senza aspettare che qualcosa cambi per sentirci felici. Non significa rassegnarsi o smettere di desiderare, ma accettare la realtà così com’è, con gentilezza verso noi stessi e verso la vita.
Prova a riflettere: quando è stata l’ultima volta che hai semplicemente respirato e goduto del momento, senza pensare a cosa manca?
- Tapas – Disciplina e Passione
Tapas è il fuoco interiore che ci spinge a crescere, migliorare e superare i nostri limiti. È la disciplina, ma anche la passione che alimenta il nostro percorso. Si manifesta nel rialzarsi dopo una caduta, nel mantenere una pratica costante e nel coltivare abitudini sane anche quando è difficile.
Ti è mai capitato di non avere voglia di praticare yoga, ma poi, dopo la sessione, di sentirti immensamente meglio? Tapas è proprio quella spinta interiore che ci ricorda perché abbiamo iniziato e ci aiuta a perseverare.
- Svadhyaya – Conoscenza di Sé
Svadhyaya significa “studio del sé”. È la ricerca interiore che ci porta a conoscerci più a fondo, a osservare le nostre reazioni e ad interrogarci su chi siamo davvero.
Quando ti prendi del tempo per riflettere su te stess*, cosa emerge? Noti schemi che si ripetono nella tua vita? Svadhyaya ci invita a esplorare queste domande con curiosità, apertura mentale e senza giudizio.
- Ishvarapranidhana – Affidarsi alla Vita
L’ultimo dei Niyama ci insegna a lasciare andare il bisogno di controllo e a fidarci del flusso della vita. Non significa passività, ma accettazione di una verità fondamentale: non possiamo controllare tutto e, a volte, la cosa migliore che possiamo fare è arrenderci con fiducia.
Quando è stata l’ultima volta che hai lasciato andare una preoccupazione e hai semplicemente respirato, accettando ciò che era per quello che era?
I Niyama nella Vita Quotidiana
I Niyama non sono concetti astratti, ma strumenti pratici per coltivare equilibrio e consapevolezza.
- Pratichiamo Shaucha quando scegliamo cosa lasciare andare.
- Incarniamo Santosha riscoprendo la bellezza di ciò che abbiamo.
- Accendiamo Tapas per superare le difficoltà con determinazione.
- Viviamo Svadhyaya osservando le nostre emozioni con curiosità.
- Sperimentiamo Ishvarapranidhana quando ci affidiamo al flusso della vita.
Ogni viaggio inizia con un primo passo. La trasformazione non è un evento improvviso né una corsa contro il tempo, ma un percorso fatto di piccoli gesti quotidiani. Ogni giorno è una nuova opportunità per iniziare.
Quale di questi Niyama senti più vicino a te in questo momento? Mi piacerebbe leggere un tuo commento e conoscere la tua esperienza!