Prendi il volo con Garudasana
Garudasana aiuta a migliorare l’equilibrio, favorisce la circolazione aiutando a disintossicare il corpo, e stimola la concentrazione calmando la mente
Garudasana è un asana asimmetrica che si esegue in piedi, in equilibrio su una gamba alla volta.
Il nome di questo asana deriva da Garuda, che significa aquila, e nella mitologia induista rappresenta il re degli uccelli. Si tratta di una creatura per metà uomo e per metà uccello cavalcata nell’iconografia dal dio Vishnu. Garuda simboleggia forza, coraggio, perseveranza e perspicacia.
Questo asana contribuisce a rafforzare gambe, glutei, polpacci e caviglie, ad allungare la parte alta della schiena e le spalle e stabilizzare le anche, e può contribuire ad allentare le tensioni nella zona scapolare e cervicale. Garudasana aiuta a migliorare l’equilibrio, favorisce la circolazione aiutando a disintossicare il corpo, e stimola la concentrazione calmando la mente.
Come eseguire la posizione dell’aquila?
Garudasana non è una posizione di immediata e semplice esecuzione, richiede forza ed equilibrio, e potrebbe volerci tempo, sicuramente costanza, per riuscire ad eseguirla nel modo più benefico per corpo e mente.
Vediamo da dove partire: in piedi, da Tadasana, la posizione della montagna, pieghiamo leggermente le ginocchia, portiamo tutto il peso del corpo su una gamba (che sarà la nostra gamba di appoggio) e mentendo lo sguardo ad un punto fisso che non si muove e i muscoli addominali ingaggiati, solleviamo senza fretta il piede della gamba opposta. Una volta che sentiamo di avere equilibrio e stabilità nella gamba di appoggio, incrociamo la gamba sollevata da terra sopra la coscia della gamba che ci sostiene (la gamba a terra). È importante mantenere l’allineamento delle anche.
Quando iniziamo a praticare questo asana può essere molto utile, e anche opportuno, focalizzarsi sull’intreccio delle gambe, tenendo le mani alle anche, magari mantenendo la punta del piede della gamba incrociata sopra a pavimento, e poi con il tempo e la costanza nell’esecuzione proveremo a staccare la punta del piede dal pavimento, portando dapprima la caviglia a lato del polpaccio della gamba sotto di sostegno, e magari in seguito – se l’articolazione della caviglia lo consente – potremo provare a creare l’aggancio del piede della gamba che sta sopra al polpaccio della gamba che sta sotto e ci sostiene.
Una volta che sentiamo di avere raggiunto sufficiente forza, stabilità ed equilibrio nelle gambe, mantenendo la concentrazione, respirando in modo profondo lento e consapevole, possiamo aggiungere l’intreccio delle braccia. Quale braccio sta sopra e quale sotto? Facile da ricordare: la gamba che sta sopra corrisponde al braccio che sta sotto. Quindi se intreccio gamba destra sopra la sinistra che mi sostiene, porterò il braccio sinistro ad intrecciarsi sotto il destro. Vediamo come procedere: iniziamo distendendo le braccia parallele davanti a noi, incrociamole mettendo il braccio che corrisponde alla gamba di appoggio (ad esempio la sinistra) sopra il braccio opposto (in questo caso il destro). Quindi: gamba sinistra sotto, braccio sinistro sopra; gamba destra sotto, braccio destro sopra.
Ricordiamoci di osservare come ci sentiamo nell’esecuzione di ciascun asana, di ascoltare il corpo e non forzare. Praticando Garudasana con perseveranza e regolarità riusciremo a creare spazio, e piano piano sentiremo di poter entrare in modo più profondo nell’asana.
Ricordiamoci di mantenere le spalle basse lontane dalle orecchie, di non chiuderci in avanti, di immaginare che le nostre scapole vogliano avvicinarsi e il petto aprirsi, nonostante l’intreccio delle braccia davanti al volto.
Manteniamo la posizione per qualche ciclo di respirazione e lentamente sciogliamo l’intreccio delle gambe distendendo le ginocchia e riportando le gambe parallele, iniziamo a distendere la schiena e portarci in posizione eretta sciogliendo lentamente l’intreccio delle braccia fino a riportarci in Tadasana. Da qui ci prepariamo per eseguire Garudasana dal lato opposto.
Quali precauzioni occorre tenere a mente quando si pratica Garudasana?
Come sempre quando pratichiamo yoga, occorre ricordare che ciascun asana seppure apporti notevoli benefici richiede comunque anche alcune precauzioni e accorgimenti laddove sussistano condizioni preesistenti croniche o temporanee.
Per quanto attiene Garudasana, questa posizione è da evitare in caso di disturbi o problematiche alle ginocchia, alle caviglie e alle anche.
Per le donne: meglio non eseguire questo asana durante il ciclo, soprattutto nel caso di flusso abbondante.
Per le donne in gravidanza, potrebbe essere indicato eseguire l’asana nelle vicinanze di una parete nel caso in cui l’equilibrio dovesse farsi precario, per evitare cadute, e inoltre avere l’accortezza di non piegare troppo le gambe, ossia di non scendere troppo in basso con il busto per evitare il rischio di esercitare pressione eccessiva sulla pancia.
Come sempre sottolineo che – soprattutto per chi ha da poco iniziato la pratica dello yoga, e se è la prima volta che ci cimentiamo nell’esecuzione di un nuovo asana, come potrebbe essere Garudasana – è sempre meglio affidarsi ad un insegnante esperto che possa guidarci nella corretta esecuzione, spiegarci gli allineamenti per eseguire la posizione in sicurezza ed evitare il rischio di infortuni.
Hai domande? Vorresti provare ad eseguire questo asana ma non sei sicuro di come procedere? Scrivimi e sarò felice di rispondere alle tue domande!
Buona pratica 😊